giovedì, luglio 27, 2006

Semel in anno...

Semel in anno licet insanire.
Non mi ricordo chi lo ha detto, ma so che queste parole per lungo tempo mi sono servite a concedermi parecchie cose. E fra le più divertenti che abbia mai fatto.
Ora se associate l'immagine in alto alla frase, penserete che "l'impazzimento annuale" di cui sarò protagonista, mi vedrà cucinare con i pregiati strumenti sopra mostrati.
L'impazzimento invece, se è lecito chiamarlo così, consiste in un "cambio di ruolo". Per una volta l'anno infatti, nei prossimi giorni vacanzieri, dismetterò i panni da cuoca per indossare le vesti di commensale. Non un grande impazzimento, si potrà obiettare...
Lo so, ma da che cosa si vedrebbe se no che sto diventando vecchia?
Le uniche pentole che porto con me sono quelle della foto, e le userà prevalentemente mia figlia - oddio...si spera, dato che la ragazza si annoia presto.
Nel frattempo, per un paio di settimane la sottoscritta, dismesso grembiule e "cucchiarella", spalancherà le braccia - e le fauci - alla cultura gastronomica alsaziana, bavarese, svizzera e tirolese. Non tutta insieme naturalmente...
Per quanto... Una volta l'anno...Si potrebbe pure fà!

lunedì, luglio 17, 2006

Ah che bell' ò cafè!

Ah che bell’ ò cafè, pure in carcere ‘o sanno fa, co’ à ricetta ca Ciccirinella compagna di cella ci ha dato mammà...
Così recita Don Raffaè, la canzone di Fabrizio De Andrè dedicata a Raffaele Cutolo. Sempre al "professore", titolo attribuitogli per la sua cultura - secondo gli estimatori - o per via degli occhiali che indossava - a parere dei detrattori, è dedicato un incredibile film di Giuseppe Tornatore. Più volte censurato, tanto che io stessa ho avuto occasione di vederlo una volta sola e non ricordo più dove, il film si intitola semplicemente Il Camorrista. E in quell' "il" c'è tutto il senso della parabola esistenziale dell'uomo che riusci a tenere assieme in un unica e potentissima organizzazione, capace di sfidare Stato e BR nello steso tempo, quelli che oggi definiscono "Clan". Ma l'unità durò poco, e il prezzo fu altissimo. Sono stata bambina negli anni dove c'era un morto al giorno. Ho vissuto, giocato, studiato, in un quartiere dove si regalavano pistole ai bambini in occasione della prima comunione. Ho visto le motociclette dei killer inseguire la loro vittima; le riconoscevi perchè era l'unico caso in cui chi c'era sopra, indossava il casco. Ho visto da vicino una calibro 9, molto da vicino... quando i capi muoino o vengono arrestati, capita che i "guagliuni" del caln, ubriacati da tanta "libertà", fanno qualcosa che normalmente viene loro proibita; tipo rapinare ragazzine con "il ferro sotto la panza". Posso dirvi che è freddo.
Cutolo è nato in un paese sotto il Vulcano; il paese si chiama Ottaviano. E' li che Don Raffaele possedeva il mitico castello con oltre 300 stanz; e lì che andò sfollata la mia famiglia durante i bombardamenti del '43. E proprio durante quei giorni, sempre lì è nata mia madre. Mia nonna ha sempre attribuito a questa circostanza la sua "stranezza"; e uso questo termine perchè la legge Basaglia mi impedisce di usarne altri.
Recentemente, sempre a Ottaviano mi risulta abbiano aperto una clinica dove nascono parecchi bambini. Ora io non so quanti clienti abbia ma, non me ne vogliano gli concittadini di mamma e del camorrista se, personlamente, non ci farei nascere mio figlio... dato che ci sono questi precedenti, credo sia lecito chiedermi: e se nonna avesse avuto ragione?
Tornando al caffè, per i napoletani mito e rito, quello di oggi è un dolce, carico del suo aroma persistente. La Mattonella al caffè, si prepara così:
  • 1 pan di spagna da 10 uova
  • 2 machinette di caffè da 4 tazze ristrette
  • 1/2 bicchiere d'acqua
  • 2 cucchiai di Bayles
  • 250 gr di mascarpone
  • 4 uova
  • 1/2 lt di latte
  • 4 cucchiai di amido di mais
  • 10 cucchiai di zucchero
  • gocce di cioccolato fondente (facoltativo)
  • 12 piccole meringhe (facoltativo)

Preparate la crema, mescolando 4 uova, 4 cucchiai di zucchero colmi, 4 cucchiai di amido rasi, 1 tazzina di caffè risteretto e aggiungendo il latte caldo a filo. Mettete sul fuoco e fate addensare come una normale crema pasticciera che lascerete raffreddare.Tagliate il pan di spagna a fettine e foderate uno stampo quadrato. preparate le macchinette di caffè, versatele tutte tranne 2 tazzine in una ciotola. Aggiungete uno sciroppo fatto con 4 cucchiai di zucchero sciolti sul fuoco con il mezzo bicchiere d'acqua e il Bayles. Inzuppate le fette con un pennello da pasticceria imbevuto in questo composto. Mettete da parte una mezza tazza abbondante di crema e spalmate il resto sul pan di spagna. Chiudete con altre fette e inzuppattele sempre con sciroppo di Bayles e caffè. Comprimete tutto per bene con un peso e ponete in frigo per un paio d'ore. Sformate la mattonella, e preparate una crema lucida mescolando lo zucchero rimasto (2 cucchiai) la tazzina di caffè superstite, il mascarpone e la mezza tazza di crema al caffè con cui la rivestirete. Decorate con le meringhe e le goccie di cioccolato. In verità io avevo giusto quello in casa e poco tempo (sig) da dedicare all'estetica del dolce che invece se curata, può dare davvero grandi soddisfazioni. Ponete in frigo un altra ora prima di servire freddissimo.

Chissà se pure in carcere a sanno fà...

martedì, luglio 11, 2006

Voglia di vacanze

Quest'anno, ho una gran voglia di vacanze. Anzi, per la verità, ho voglia di un viaggio. E per essere precisi, ho voglia di "nord".
Ho voglia di un lungo viaggio in macchina, come ormai non ne faccio da anni, ho voglia di allontanarmi dall'italia esosa dei 1500 euro a testa per una settimana, dall' italia calda come un forno, dall'italia chiassosa delle spiaggie affollatisime...
E quando non lo sono, se si ci si rifugia in quelle poche oasi con 2 km di spiaggia vuota, qualcuno, stanne certo, qualcuno stenderà il telo a 20 cm dal tuo. Perchè l'italiano in vacanze deve socializzare!
Magari per tutto l'anno è un troglodita che a stento saluta il vicino, che neanche dice buongiorno se entra in un negozio e il cui sport preferito è accaparrarsi il posto in metropolitana sgomitando fra la folla, ma d'estate, diventa ambile, brillante, piacione e conseguentemente invadente!
Invece io in questo periodo, desidero isolarmi - per quanto sia possibile farlo con una bambina mooolto vivace di 15 mesi al seguito. Voglio staccare la spina anche da me, dalla mia estroversione, dal mio mare, dal mio essere profondamente mediterranea.
Con spirito inverso ai tanti tedeschi che in calzonicini, quando noi portiamo il cappotto, calano sull'italia incantati dal "differente", desidero con tutta me stessa un Grand Tour al contrario.
Annuncio quindi ufficialmente che fra una decina di giorni, sarò in partenza, di preciso non so ancora per dove, ma so che mi arrampicherò per l'italia, attraverserò le alpi e dunque farò, figliola permettendo, un lungo viaggio in macchina.
Onde sottrarmi alla oscena e carissima cucina degli aurogrill, in queste occasioni tendo solitamente a preparare, oltre alla famigerata frittata di maccheroni, delle torte rustiche, un perfetto finger food da viaggio.
Questa nella foto è una Torta rustica ai porri, semplicissima sopratutto se usate la sfoglia già pronta - a mio parere è insano assai mettersi a fare la sfoglia mentre si preparano bagagli e si chiude la casa per un po' - che io consiglio di acquistare al banco dei prodotti freschi piuttosto che surgelata.
  • 1 rotolo di pasta sfoglia pronta
  • 5 cucchiai di olio evo
  • 2 grossi porri
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 100 gr di parmigiano grattugiato
  • 3 uova intere
  • 1 tuorlo
  • pepe macinato al momento

Tagliate i porri a rondelle e mettetli a sudare nell' olio sulla fiamma bassa. Quando dientano trasparenti, alzate la fiamma e sfumateli con il vino bianco. Nel frattempo, foderate uno stampo da tarte tatin con la sfoglia pronta. Battete le uova in una zuppiera capiente, con il formaggio e il pepe. Aggiungete i porri e versate il composto nella sfoglia; rimboccatene i bordi e pennellatela con il rosso d'uovo. Infornate a 180° per 30 minuti.

Sformatela quando si rafferedda, avvolgetela nella stagnola intera o a fette e...buon viaggio!

martedì, luglio 04, 2006

Intervallo n°3

Il potere evocativo degli odori è fortissimo. Nulla più di loro è capace di condurci nei meandri della memoria.
Gli odori, i profumi, anche le puzze, sono come un "Virgilio" che ci accompagna anche negli inferi dei ricordi che credevamo sepolti per sempre, un dejavù che ci riporta rapidissimo a fatti che talvolta non vorremmo nemmeno rammentare.
Nulla, credo in natura, profuma quanto i fiori; ed è a loro che dedico la breve rassegna fotografica di questo terzo intervallo, ormai luogo deputato della "non cucina" o degli argomenti ad essa collaterali qui nel blog. E' alla loro bellezza che inneggiano queste immagini, all'inimitabile splendore delle loro tonalità, alla incantevole perfezione delle loro forme, scrigno prezioso della loro più straordinaria qualità: il profumo.
1. Quale odore di cucina preferivi quando eri bambino/a ?
  • In casa: Il ragù della domenica che faceva mia nonna.
  • Per strada: i biscotti all'anice appena sfornati.
2 - Quali sono gli odori (di cibo) che più ti stuzzicano l'appetito? Quello del pane appena sfornato decisamente.
3. Quale odore evoca per te:
  • La primavera - Un profumo speciale, di mare, zagare e gelsomino che si sente qui al sud, nelle sere di maggio.
  • L’estate - L'odore dei pomeriggi assolati della mia infanzia al mare, quell' odore di eucalipti della macchia mediterranea che precede la spiaggia.
  • L’autunno - Il profumo della terra bagnata, l'odore dei primi temporali alla fine dell' estate.
  • L’inverno - L'odore di neve e camini che si avverte nelle limpide mattine invernali al paese di mio marito.

4. Qual è la tua spezia preferita ? La cannella

5. Qual è la tua erba aromatica preferita ? Il basilico e la menta.
6. Quale profumo o dopobarba usi ? Essenze di cannella, neroli o gelsomino, non amo i profumi "composti" tranne qualcuno che comunque non mi piace indossato da me.
7. Qual è l’odore della casa dei tuoi sogni ?Odore di canfora e cucina.
8. Quale essenza legnosa ha per te il profumo migliore? Sandalo.
9. Qual è l’odore che più detesti ? Il profumo "anais anais", per me praticamente veleno!
10 . Qual è l'aroma artificiale che più ti fa schifo ? Il limone, sa sempre di detersivo!
11 . Anticipando i tempi in cui , non avendo più petrolio, viaggeremo ad olio di colza (mandando in giro odore di fritto?) quale carburante commestibile e odoroso metteresti volentieri nel tuo motore ? Un te early gray.
12 . Annusando la blogosfera… A quale aroma (o sapore) abbineresti i tuoi blog preferiti ? ( max una dozzina, non si offendano gli esclusi ;-)
  • Cannella sa di gazpacho
  • Cat di cespuglio di ginepro
  • Il cavoletto di rosa
  • Gli scribacchini sanno di quaderno nuovo
  • Gloricetta di bucato
  • MattoP di incenso
  • Venere di patchouli
  • Gourmet di ratafià
  • Wolter di carta di giornale
  • Ape di fresco
  • Orchidea di tapezzeria nuova
  • Elvira di pastelarìa

domenica, luglio 02, 2006

Ma cos'ha il mio forno?

Non so se sia per il caldo o per incapacità della sottoscritta, ma è da un po' di tempo che il mio forno, un ventilato di circa 4 anni, è diventato inattendibile.
Come gli scribacchini, anche io ero dotata di grosse zucchine da "eliminare" e mi ero decisa per una sorta di plum cake a base delle suddette cucurbitacee.
Fatto sta che invece è venuto fuori una sorta di flan, con il cuore morbido e la crosta croccantissima.
L'ispirazione mi era venuta da questa ricetta presa da Gli onesti piaceri, che ho ovviamente modificato un po', ma non tanto, credo io, da ottenerne tutt'altra preparazione!
Fatto sta che il gusto è davvero notevole, ma il fatto che oramai nel mio forno qualunque cosa assume una consistenza biscottata all'esterno e morbida dentro, mi preoccupa comunque.
Come sapete poi, per me la "forma" delle cose ha un importanza capitale, e sapendo a quale risultato sarei andata incontro, avrei provveduto con appositi stampini da flan, piuttosto che con questo unico e oblungo da plum cake.
L'aspetto dunque della preparazione non è dei migliori, ma il gusto - e il profumo - posso assicurarvi che non sono niente male.
Per circa 6-8 persone il Flan di zucchine e pecorino, o Plum cake "sbagliato" di zucchine e pecorino, si prepara così:
  • 2 grosse zucchine
  • 1 cipolla
  • un cucchiaio di cremore tartaro
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 100 gr di burro fuso (o olio di mais)
  • 4 uova
  • 200 gr di farina
  • 100 gr di pecorino forte grattugiato
  • 200 gr di formaggio cremoso tipo philadelphia
  • una manciata di semi di zucca
  • pepe

Imburrate 6-8 stampini da flan; fate andare la cipolla con l'olio e sfumatela con il vino, aggiungete le zucchine grattugiate a scaglie e scolate dell'acqua di vegetazione e cuocete per 15 minuti circa. Mescolate le uova con la farina, il burro fuso, il pepe, il cremore tartaro e i formaggi fino ad ottenere un impasto liscio. Aggiungete le zucchine e i semi di zucca, versate negli stampini a 2 dita dal bordo e infornate per 30 min a 160°.

Forse a voi verrà fuori un plum cake...