venerdì, maggio 05, 2006

Non mi esce dalla zucca...


Oggi è il 5 maggio. Non so voi, ma appena sento questa data, il mio cervello comincia automaticamente a recitare "Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro..." e non riesce a fermarsi, giuro! Passa per Alpi, Piramidi, fa un giro dal Manzanarre al Reno, rotola nella polvere per ben tre volte e dopo -tutto sporco di polvere- sale sugli altari... insomma, fino a che non raggiunge -sempre lui, il mio cervello- le fatidiche parole "...sulla deserta coltrice accanto a lui posò", non trova requie. E questo mi succede ogni santissimo 5 maggio dal 1981, ovvero dall' anno in cui, in 5° elementare, mi fù "insegnata" questa benedetta poesia.
Per la verità la maestra, "illuminata" devo dire, per l'epoca e l'ambiente -un istituto religioso- ci consentì di impararne soltanto un paio di strofe per ciascuno. La questione fu però che, vuoi perchè eravamo ormai sul finire dell'anno scolastico, vuoi perchè la morte di Napoleone non è esattamente un argomento di quelli che appassionano un bambino di 10 anni, fatto sta che, sta benedetta poesia, non entrava nella zucca a nessuno. Nemmeno a noi secchioni -si c'ero anche io fra loro, lo confesso- che inizialmente ci eravamo addirittura proposti di -orrore- impararla tutta!
La cosa divenne si dominio pubblico, in tutta la scuola si mormorava che la 5 D non riusciva a imparare il 5 maggio a memoria!!! Devo dedurre, a posteriori, che il caso era davvero spinoso se, perfino mio padre, che credo si sia accorto di ciò che faccio un paio di volte in 35 anni, si interessò alla questione. Me la recitò per intero -wow...competitivo anche con una bambina di 10 anni- con grande enfasi e, ricordo, particolare accento sulla parte che recita "...muuuuuuuuuuuuuuuuta" -così la recitava lui, e credo sotto sotto riferendosi a me- "...pensando all' ultima ora dell'uom fatale..."
Insomma, per risolvere una volta e per tutte la questione, la maestra decise di dedicare al fatidico 5 maggio -ma non so se lo fece come fioretto per il mese Mariano- una intera settimana di scuola. Per 6 lunghi giorni, dalla nostra classe si udiva provenire un coro dapprima timido e inceppato poi, via via sempre più convinto, che inneggiava al bassetto corso. La "cura d'urto", sortì il suo effetto e l'ultimo giorno fu un delirio carico di esaltazione: ognuno di noi, non solo aveva imparato l'intera poesia a memoria, ma la recitava come se fosse napoleone in persona con tanto di mano sul petto e ricciolo sulla fronte.
Non so che fine abbiano fatto gli altri 29 sventurati bambini. Qui ce ne è una a cui quella poesia, non esce più dalla zucca.
Così tanto per distrarmi ho provato, la zucca, a cucinarla. Ho pensato a risotto alla zucca rivisitato, ed è ventuo fuori un Basmati pilaf con zucca in salsa di ricotta salata e amaretto, che per 6 persone si fa così:
  • 360 gr di riso basmati
  • 300 gr di polpa di zucca
  • 7 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • mezzo porro
  • 600 ml di brodo vegetale
  • 30 gr di burro
  • 120 gr di ricotta salata
  • 240 ml di latte
  • 2 cucchiai rasi di farina
  • un cucchiaio di liquore all'amaretto
  • pepe macinato al momento
  • 6 amaretti
  • prezzemolo tritato

Soffrigete il porro nell' olio, aggiungete il riso, tostatelo e sfumate con il vino bianco. Aggiungete la zucca, coprite tutto con il brodo vegetale e senza mescolare, ponete il tegame incoperchiato in forno e cuocete per un tempo calcolato sottraendo 3 minuti al tempo di cottura indicato sulla scatola del riso.

Nel frattempo preparate la crema. Grattugiate la ricotta salata e mettetela in un pentolino, aggiungete, la farina il liquore e versate il latte a filo. Il composto deve risultare liscio, fluido e senza grumi. Fatelo addensare a fuoco lento mescolando sempre nello stesso verso. Raggiunta una consistenza cremosa spegnete. Sfornate il riso che deve risultare asciutto e con i chicchi ben distaccati e mantecatelo con il burro.

Ungete 6 stampini di alluminio da creme caramel, riempiteli di riso appena sfornato e fateli appena raffreddare, nel frattempo versate la salsa di ricotta a specchio nei piatti. Sfomate con delicatezza il riso dallo stampino e adagiatelo sulla salsa, ricoprendolo leggermente con prezzemolo tritato. Servite con un amaretto intero da sbriciolare al momento. Per chi lo gradisce un po di pepe ci sta bene.

Dimenticavo, avrei un messaggio per il prossimo ministro della pubblica istruzione: gentile signor ministro, prima di affaccendarsi a smantel...hem a riformare la scuola, potrebbe eliminare dai programmi ministeriali il 5 maggio?