giovedì, febbraio 22, 2007

Vincere e vinceremo!

La competitività è una cosa che solitamente non mi interessa. L'ho capito ormai da un po' e dopo aver ricevuto una educazione che definire una istigazione alla gara costante è un eufemismo.
L'ho capito quando mi sono resa conto che in fondo vincere mi imbarazzava e perdere mi scazzava. Meglio partecipare e non per spirito sportivo ma perchè, in fondo, il vero premio è il piacere che si prova nel fare le cose. Così mediante questa strategia ho allontanato dalla mia vita, o per lo meno quotidianamente ci provo, tutto quello che in qualche modo non mi da' niente, il "fare" tanto per fare o, peggio, il "fare" esclusivamente per competere con qualcun altro che "fà".
Ciò non vuol dire che quando poi "faccio" non speri di "far bene" come dicono gli allenatori di calcio e i dirigenti di azienda quando li intervistano, semplicemente non mi aspetto di fare necessariamente meglio degli altri.
Eppure questa sorta di calma zen, di distacco tanto affannosamente cercato, questo equilibrio tanto difficilmente raggiunto è stato, dopo anni, intaccato. Ciò che lo ha fatto capitolare è stato il "meme muffinoso" di Cannella e il cospicuo premio messo in palio!
Perciò ce l'ho messa davvero tutta per preparare questi Muffin ricotta e mandorle al profumo di limone. Per farli occorrono (per circa 20 pezzi):
  • 250 gr di ricotta
  • 250 gr di farina 00
  • 125 gr di burro
  • 125 gr di mandorle
  • 125 gr di latte intero
  • 170 gr di zucchero
  • 3 uova
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • la scorza grattugiata di un limone
  • zucchero a velo
  • qualche mandorla intera

Mescolate la farina con le madorle tritate e la scorza di limone. Montate le uova intere con lo zucchero e quando saranno spumose aggiungete la ricotta poco alla volta continuando a montare con le fruste. Incorporate sempre a poco a poco tutto il composto di mandorle e farina mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungete il burro sciolto e la metà del latte. Mescolate il lievito con il latte rimasto e aggiungete al composto. Versate negli appositi stampi da muffin e infornate a 180° per 20 minuti circa. Controllate poi con uno stecchino che non siano tropo asciutti all'interno. Sformateli e una volta freddi, spolverizzateli di zucchero a velo e decorate con qualche mandorla.

E votatemiiii!!!

lunedì, febbraio 19, 2007

In carrozza! (1° versione)

Per molti anni della mia vita mi è capitato di prendere spesso il treno. Per la verità un piccolo treno locale lo prendo ancora oggi quasi quotidianamente, ma nulla ha a che vedere con quei treni che frequentavo una volta, quelli a lunga percorrenza che si prendono nelle stazioni grandi dove c'è sempre tanta gente che corre, che si saluta, che smadonna trascinandosi dietro i bagagli.
Mai però mi è capitato di sentire la mitica frase da film "in carrozzaaaaaaaaa!" quella pronunciata la quale si scatenano addii lacrimevoli, baci mozzafiato e sceneggiate napoletane.
C'è però un'altra frase che rappresenta invece una costante di quel girone dantesco che è la stazione di Napoli. Pronunciata da un altoparlante stridulo ma per me ormai perfettamente intellegibile suona press'a poco così "agganciatore Salerno col venti-tredici". Non chiedetemi cosa significa, non lo so; potrebbe essere un messaggio in codice per qualche attività illecita o viceversa il nome di qualche criptica operazione di polizia che tenta (invano visto il reiterarsi da anni della cosa) di sventare qualche reato. Le ho pensate davvero tutte, anche le ipotesi meno fantasiose e più razionali legate a qualche operazione dei manovratori, ma giuro che non ne ho mai scorto l'azione per quanto cercassi curiosa.
So però che a qualsiasi ora voi vi rechiate nella suddetta stazione e per qualsiasi motivo, avrete modo di udire questa frase il cui significato per me resta un mistero pari a quello della dimensione dell'universo o dell'esistenza o Dio.
In attesa di svelare l'arcano per ora mi dedico alla Mozzarella in carrozza l'unico caso in cui a Napoli abbia avuto modo di ascoltare la mitica espressione da film. La versione che posto è quella "schizzinosa" preparata con pane in cassetta e fettine sottili. In realtà quella "rustica" ha un aspetto monumentale, realizzata com'è con pane casareccio e fettone giganti del latticino in questione; ma poichè il termine "monumentale" associato al termine "frittura" ai più non è gradito, di solito preparo questa più "contenuta" (le cui singole porzioni poi, divise in 4, diventano un ottimo finger food). Per prepararla vi occorrono (circa 8 porzioni):
  • 16 fette di pane in cassetta
  • 500 gr di mozzarella
  • 6 uova
  • abbondante pane grattugiato (200 gr circa)
  • un pizzico di sale
  • olio evo per friggere (non troppo "saporito")

Tagliate le fette di mozzarella alte circa mezzo cm e lasciatele "asciugare" un po' (L'operazione non è necessaria se adoperate quelle tristissime mozzarelle industriali). Togliete la crosta al pane in cassetta, sbattete leggermente le uova con il sale. Inserite una fetta di mozzarella fra due fette di pane, schiacciate leggermente e riapassatele abbondantemente nell'uovo sbattuto e successivametne nel pane grattugiato facendolo aderire bene. Una volta preparate le porzioni, frigetele in una padella bassa e larga massimo 4 per volta in olio non troppo caldo per tre minuti circa da un lato e tre dall'altro. Mangiatela caldissima (anche se fredda non è da buttare via).

Se qualcuno che lavora per le FFSS potesse spiegarmi il mistero dell' "agganciatore Salerno col venti-tredici" gliene sarei eternamente grata.

martedì, febbraio 06, 2007

La fortuna del principiante

Se c'è una cosa proprio difficile da fare nella cucina casalinga sono le meringhe, e non credo sia un problema solo mio per quello che mi capita di leggerre nei vari food blog.
Ora sarà perchè ho un forno che è un inceneritore, sarà perchè non azzecco mai la ricetta, sarà perchè ognuno deve avere un tallone d'achille, ma a me le meringhe prorpio non riescono mai. Ma non mi arrendo e ogni volta che faccio qualche piatto che richiede l'impiego dei soli tuorli il fatto di "non buttare via nulla" riaccende in me la speranza di vincere sui malefici albumi realizzando, finalmente, la meringa perfetta. Inutile dirvi che, ogni volta, la cosa si rivela una delusione.
Detto ciò, ieri mentre chiacchieravo con una mia "amica virtuale", Roby75, lei mi dice con l'aria più naturale del mondo (cito testualmente, scusate le "paroline un po' così...ma fra amiche... N.d.A.) "non sapevo che cazz fare...così mi è venuta la brillante idea di provare a fare le meringhe... son venute 'na libidineeee!!!"
"Ma lo sai cosa hai fatto??? Lo sai che le meringhe sono una delle cose più difficili da ottenre in cucina??? Hai fatto un miracolo in pratica!" - Questa la mia incredula reazione - e lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi manda questa foto dove non un ombra oscura il niveo splendore di un preparato che, nella migliore delle ipotesi a me viene di un giallo paglierino striato di marrone!
Così vi posto la miracolosa ricetta delle Meringhe alla Roby75, praticamente una botta di... hem, "fortuna" di quelle che solo i principianti - ovviamente non le aveva mai fatte e ha anche adattato la ricetta a ciò che aveva in casa mettendoci lo zucchero semolato al posto di quello a velo - riescono ad avere.
Riporto dunque fedelmente la ricetta di Roby75:
  • 50gr di zucchero (semolato! N.d.A.) per albume d'uovo

ho montato a neve ferma, ho preriscaldato il forno a 140° ho messo la carta da forno in una teglia con un cucchiaio ho fatto palline d'impasto e le ho posizionate nella teglia ben distanziate fra loro ho portato il forno a 80° e cotto per un'ora ora sono a raffreddare ma ne ho già assaggiata una... SLUUUUUUUURRRRRRP.

Sì sì...fai pure sluuurp...tanto la prossima volta non ti riescono! hihihihihi!